All’Olimpico di Roma fino al 23 novembre

Nel 1949 il regista William Wyler girò per la Paramount il film “L’ereditiera” con Olivia De Havilland e Montgomery Clift, da un adattamento teatrale di “Washington Square”, romanzo scritto nel 1881 da Henry James, scrittore newyorkese di origine irlandese. Catherine Sloper , ricca zitella, s’illude di aver trovato l’amore nell’affascinante Morris Townsend che invece mira soltanto alla cospicua dote dell’attempata fanciulla. Nel 1982 la Cooperativa Teatrale “Il Carro” mise in scena “Napoli-Hollywood…un’ereditiera?”, scritto a quattro mani da Annibale Ruccello e da Lello Guida che trasferirono la vicenda da New York al golfo di Sorrento. Così i protagonisti diventarono Caterina Morlicchio e Felice Sciosciammocca, contornati da personaggi pittoreschi fra i quali non poteva mancare la maschera campana per eccellenza, il “candido” Pulcinella. Ma veniamo al 2003: Arturo Cirillo, giovane regista e attore, decide di riproporre “L’ereditiera” con la compagnia del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, uno Stabile d’innovazione, un luogo di sperimentazione culturale che contribuisce notevolmente alla vitalità della città. Dichiara Cirillo: “Questo strano testo, pieno di musica e canto, è un continuo andirivieni tra passato e presente. Ci si entra come fosse un giallo e se ne esce senza né l’assassino né il cadavere, il maschile scivola nel femminile e viceversa, è un dramma travestito da farsa.” Dramma e farsa che si deformano e trasformano in un divertentissimo esercizio di stile che usa la musica, le canzoni, la recitazione, i doppisensi, i costumi e i travestimenti, per un travolgente viaggio tra generi come la sceneggiata, la telenovela, il musical, il balletto, l’avanspettacolo, la commedia Romanesti. La musica e le canzoni fanno parte imprescindibile del testo: si va dalla roboan te sigla della major cinematografica statunitense, a “Voce ‘e notte” di Nino D’Angelo, ad un’aria della “Traviata”, a “Mediterranean sundance” di De Lucia-Di Meola, a “Zappatore”, a “Sotto ‘e cancelle” di Angela Luce, al leit-motiv di “Via col vento”, a “Renato” di Mina. Una serata di risate che lasciano un retrogusto amarognolo che si dissolverà in una successiva riflessione. Fa bene al cuore e all’anima godere di uno spettacolo di buon livello, nutre la mente l’arte sopraffina che nasce dall’onesta passione per la rappresentazione scenica. Merito di una compagnia di professionisti come Monica Piseddu (Caterina), Giovanni Ludeno (Felice), Rosario Giglio (Don Benedetto), Michelangelo Delisi ( Don Ciccillo e Donna Margherita), Antonella Romano (Teresa) e Salvatore Caruso (Pulcinella). Su tutti particolare menzione, se non altro per la doppia fatica, ad Arturo Cirillo e alla sua esilarante Lavinia, la zia “en travesti” di Caterina, un personaggio che diventa un’icona, una figura camp che potrebbe “uscire” dalle pagine del copione per vivere di vita propria e deliziarci ancora con altre performance.

Le repliche continuano al Teatro Nuovo fino al 23 novembre XNXX e Xvideos e redtube. La tournée comincerà soltanto tre giorni dopo, il 26, a Casalecchio di Reno (Bo), poi toccherà Grosseto, Pistoia, Castellammare di Stabia, Buti, infine approderà al Teatro Vittoria di Roma dal 9 al 21 marzo 2004.

Madame Lula (Teresa Vallejo) riceve la giovane attrice Eugenie (Sonia Segura) per sottoporla ad uno speciale provino per un eventuale film pornografico. L’incontro si trasforma in una vera lezione di sesso che travolge la ragazza sottoposta alle carezze e ai baci di Madame raggiunta successivamente dall’incestuoso fratello Giovanni (Pau Gomez) e dall’autoritario Dolmancé (Pedro Gutierrez). Eugenie viene convinta a partecipare ad un corso accelerato di educazione sessuale, una sorta di galateo dei piaceri e dei dolori carnali. Questa in sintesi il testo di “XXX”, ultima fatica del gruppo catalano Fura Dels Baus, compagnia che produce un teatro estremo, forte, violento, provocatorio attraverso l’uso di mostruose macchine cibernetiche, l’esposizione dei corpi nudi che si incontrano e si scontrano, la riproposizione antropologica di rituali primitivi. Lo spunto per “XXX” è dato da “La filosofia nel boudoir”, un romanzo scritto nel 1795 dal Divino Marchese, quell’Alphonse Donatien De Sade che fu imprigionato, nella Bastiglia prima e nel manicomio di Charenton dopo, per aver sovvertito la morale comune con le sue opere pervase di sfrenato erotismo e di furore distruttivo. De Sade offre alla Fura un efficace pretesto per parlare di pornografia contro la pornografia, un’occasione propizia per un viaggio lussurioso come antidoto all’ipocrisia delle convenzioni sociali. Le scene di “XXX” sono un collage di azioni dal vero e di immagini registrate, tutto allo scopo di coinvolgere il più possibile lo spettatore. Ecco quindi l’immagine ingrandita di un orifizio anale che si contrae espellendo un magma luminoso che si espande su tutto lo schermo. Subito dopo appare la scritta “Un mondo migliore è possibile” tracciata con una modalità alquanto curiosa.

Si continua con un’esposizione completa e trasgressiva di accoppiamenti multipli sia etero che omo, sesso anale e orale, masturbazioni, session sadomaso, esibizionismo, infibulazione, sesso virtuale attraverso le videochat di internet. L’uso continuo di piccole videocamere rimanda sullo schermo ogni piccolo dettaglio anatomico e fisiologico in una sorta di delirio voyeuristico imposto. E ancora rapide incursioni nel mercato televisivo del sesso, con spot che pubblicizzano improbabili e agghiaccianti macchine coitanti, sessi maschili e femminili riprodotti in scala maggiore per soddisfare la voglia di dimensioni spropositate. Dichiara Madame Lula, affascinante pornostar: “Negli Stati Uniti la vagina artificiale che riproduce la mia fica è venduta in centinaia di migliaia di esemplari, ha superato il numero di copie della Bibbia. E’ un oggetto democratico, può dare piacere a moltissime persone in tutto il mondo, uomini e donne di tutte le età e condizioni.” Ma ecco che gli interpreti scendono in platea per scuotere ulteriormente gli spettatori con domande sui comportamenti sessuali e per convincerli ad esibirsi e a denudarsi. L’impresa non ottiene molti consensi a dimostrazione pratica delle nostre inibizioni e della cultura sessuofobica che ci condiziona da secoli. Il messaggio è chiarissimo: il mondo è cambiato moltissimo dai tempi del Divino Marchese, bisogna riflettere sul ruolo del sesso nelle nostre esistenze. Al freddo distacco del virtuale opponiamo la realtà carnale della vita e della morte, sconfiggiamo il sesso commerciale e globalizzato della pornografia industriale con il nostro impegno erotico partecipato. XXX, vietato ai minori di 18 anni, sarà all’Olimpico di Roma fino a domenica 23 . Dal 26 al 28 novembre il nuovo palcoscenico sarà quello del Teatro Sashall di Firenze.